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Gli studenti di magistrale della Scuola Superiore di traduzione del Caspio parlano della mobilità studentesca dell’Erasmus+ e del loro percorso di studio a Ca’ Foscari

2017-02-06 | 

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wpy3fsy44paCosa mi ha dato il programma Erasmus? Rispondendo a questa domanda dovrò per prima cosa fare una digressione, lasciando a dopo ciò che è l’obiettivo fondamentale del programma Erasmus. La funzione principale di quest’ultimo è infatti educativa. Il progetto Erasmus, in primo luogo, mi ha dato la possibilità di uscire dagli schemi, dall’ambito dell’istruzione in Russia. Dal momento che sono una studentessa della Magistrale della Facoltà di Lingue Straniere, la conoscenza di ogni aspetto di una cultura straniera mi suscita un enorme interesse. Tale programma ha permesso di “tuffarci” per 5 mesi nel sistema educativo di uno Stato europeo. L’Italia è la mia prima esperienza di studio all’estero per un periodo così lungo. Il periodo di permanenza qui gioca un ruolo molto importante: in un mese, ad esempio, non avremmo fatto in tempo ad immergerci completamente nell’atmosfera. Avendo trascorso qui quasi tre mesi, ci sentiamo parte del sistema e non ospiti, invitati a partecipare ad un pezzo di una vita che non ci appartiene. Quasi subito capisci che, per quanto riguarda l’istruzione, stai senza dubbio per scontrarti con qualcosa di assolutamente nuovo. La prima cosa che salta all’occhio è che l’istruzione e l’entusiasmo personale sono mescolati l’una all’altro. La seconda è che praticamente non si è limitati nella scelta di ciò che si vuole studiare. Un fiume di corsi di ogni sorta si è riversato su di noi e ci ha stupito con la sua varietà di scelta. Veniva voglia di provare tutto e subito, e ci abbiamo provato. Se solo trovassimo il tempo per tutto! L’italiano è la mia seconda lingua straniera, la prima invece è inglese. L’università Ca’ Foscari racchiude in sé tutte le possibilità di soddisfare i miei desideri e le mie necessità: metà dei corsi in italiano e metà in inglese. Il mio corso preferito è quello di Anglo-americano tenuto dal Professor Magorian, un madrelingua.  Lo stile democratico con cui sono tenute le lezioni non può che rallegrarci. Come a casa, iniziamo la “para” (lezione) con la discussione delle ultime notizie. Il professore ama chiedere agli studenti russi il proprio parere. Le lezioni in italiano e sulla lingua italiana sono così varie che ci si stupisce dell’abilità dei professori nel mescolare l’utile al dilettevole. Così la mattina presto del lunedì si studiano le tecniche di comprensione e scrittura del testo, la sera ci si trova già in Piazza San Marco o al museo, dove il professore tiene una visita guidata raccontando e mostrando quello che da soli non avremmo mai notato; la mattina seguente si è di nuovo veri studenti, seduti al banco cercando di ricordare la coniugazione dei verbi modali, mentre il giovedì sera insieme agli italiani si canta “Katiusha” alle lezioni di lingua russa con il professore nostro connazionale e così famigliare.